C’era una volta…

avvocato divorzista torino

Tratto da Il punto di Virginia “Eco di Savona”

“E finché morte non vi separi…” è la formula di un consenso che soprattutto oggi non esiste. Alcuni matrimoni, forse troppi, sono oggi  dei fossili legati da questa espressione e la maggior parte di queste unioni, giunge rapidamente ad una separazione e a tutto ciò che ne consegue nel bene e nel male. In questo ultimo cambio generazionale i Millennials, figli di una generazione di genitori separati, si trovano attori principali nel non credere più nel matrimonio vissuto come “contratto” dove restare intrappolati.

Il concetto del matrimonio non è in declino, non hanno perso interesse verso l’idea di sposarsi, ma semplicemente hanno cambiato il come e il quando, diventando sempre più una scelta piuttosto che un obbligo, come era prima. Siamo di fronte ad un cambiamento dei sistemi familiari ed educativi, a cui si aggiunge la precarietà del lavoro e una figura della donna volta al successo e a un carattere più determinato e autosufficiente, non più legata al bisogno-desiderio del matrimonio in contrapposizione al maschio spiazzato.

La famiglia in Italia è un’istituzione culturale, ma è la prima istituzione con la quale ti confronti, contro la quale combatti e la prima da cui staccarti e…forse anche la prima che ti ama, nonostante i tuoi genitori siano  alle prese con le loro crisi matrimoniali. In ogni caso questa istituzione, anche in Italia, non è mai stata più “liquida” di oggi tra rottura con la tradizione e globalizzazione. Le statistiche del nostro tempo ci riportano sempre di più a unioni civili, pochi matrimoni in Chiesa, pochi divorzi, pochi figli. I giovani Millennials cercano prima una convivenza che stabilizzi l’unione e la renda solida per non ripetere il modello dei propri genitori per poi scegliere di sposarsi.

Ne parliamo con l’Avvocato Maurizio Cardona, avvocato divorzista, studio legale torinese di riferimento nel Diritto di famiglia, con oltre vent’anni di esperienza nella gestione della conflittualità delle coppie.

Avvocato Cardona come è cambiato negli anni il modello di separazione tra i coniugi?

“Beh, sicuramente oggi è più facile separarsi o ma soprattutto divorziare è diventato più veloce. Prima del 1975 per divorziare bisognava aspettare molti anni dalla separazione. All’inizio addirittura 7 anni, poi ridotti a 5 e poi ancora a 3. Dal 2015, invece è possibile divorziare anche in 6 mesi dalla separazione, dalla udienza di comparizione dei coniugi davanti al Presidente, se si tratta di consensuale e in 1 anno se si tratta di una giudiziale. A differenza di molti altri paesi nel mondo, nei quali è possibile divorziare direttamente e sciogliere il vincolo matrimoniale, in Italia si è mantenuto l’istituto della separazione, inteso come una sorta di pausa di riflessione e di affievolimento degli effetti del matrimonio e oggi è possibile farlo, se si tratta di consensuale, in tempi relativamente brevi e senza la necessità di doversi presentare in tribunale. L’esperienza del Covid poi ha sicuramente contribuito a semplificare le procedure e i modelli organizzativi. Nella maggior parte dei casi il modello di separazione consensuale rimane il percorso maggiormente seguito anche se, dobbiamo dire, a onor del vero, che molte separazioni consensuali, se non sono fatte in modo attento e riflettuto, rischiano di riaprirsi e di mantenere il conflitto aperto anche per molti anni.

Quella che non è mai mutata è la precarietà dei rapporti affettivi. I legami sentimentali sono “precari” per definizione e nella maggior parte dei casi, hanno un inizio e una fine. L’idea del “per sempre” non è spesso percorribile, forse semplicemente perché gli esseri umani sono fragili, cambiano e vivono emozioni e sentimenti che sono in continua trasformazione. I rapporti affettivi sono in continuo movimento e anche quello che sembra apparentemente immutabile in realtà non lo è mai davvero.

Fino alla riforma del 1975 il matrimonio e la famiglia fondata sul matrimonio era la struttura portante della nostra società. Oggi quel modello di famiglia patriarcale non esiste più e certamente sono cambiate molte cose. Una volta ci si sposava per emanciparsi e per fare figli. Oggi non è più così e chi decide di sposarsi lo fa per le più svariate ragioni. Molti che decidono di sposarsi ignorano diritti e i doveri e le responsabilità che sono collegate al matrimonio. Molti lo fanno senza pensarci troppo  più per tradizione che per assoluta convinzione. Ma a differenza di quello che si potrebbe pensare ci sono ancora tanti giovani irriducibili che lo fanno in modo consapevole, perché ci credono davvero, perché credono che i legami duraturi possano vincere su tutto, perché sentono di avere bisogno dell’altro e credono all’eternità e all’autenticità dei propri sentimenti. In un mondo basato sulla precarietà della vita sentono di credere nei rapporti umani e sentono il bisogno di impegnarsi e di fidarsi ancora di qualcuno”.

Lei ha scritto che per divorziare ci vuole coraggio, ma per rimanere insieme bisogna essere pazzi. Cosa ci vuole dire con questa massima?

“Intendevo dire che la separazione o il divorzio non si fa a cuor leggero.

La fine di un rapporto affettivo è sempre un momento complesso, soprattutto per quei rapporti lungi concepiti e strutturati più dall’idea del “Noi” che da quella dell’ ”Io”. E’ complicato in particolare quando ci sono dei figli che hanno ancora bisogno di accudimento, perché bisognerà dir loro che i loro genitori non vivranno più insieme, perché uno dei due genitori, si solito sono i padri, dovrà fare le valige e andare via di casa, perché si moltiplicano i costi, perché uno dei due genitori perderà quella quotidianità a cui era abituato. E’ complicato perché spesso la fine di un legame produce dolore, sofferenza e si devono fare i conti con la propria storia. In questo senso ci vuole “coraggio”, perché il più delle volte bisogna affrontare tutto questo. Ma d’altra parte quando si sta male e si soffre quali alternative ci sono?. Quella di continuare a vivere come se nulla fosse, provando a fare finta di niente, cercando di convincersi che rimanere insieme é pur sempre il male minore?. Ma in molti casi, questo non è realmente possibile. L’idea di continuare a stare insieme a tutti i costi è un po’ da matti perché evidentemente non si considerano adeguatamente i costi umani della sofferenza. Stare “ostinatamente” insieme per i figli, dobbiamo dirlo, non è la soluzione migliore. La speranza della libertà in molti casi è una necessità, un primo passo per “ripensarsi”. Ci si separa quando il matrimonio diventa una prigione. La vera tragedia non è la separazione in sé ma continuare a vivere sotto lo stesso tetto con i figli rassegnandosi alla tristezza.”

I figli sono poi quelli che ne fanno maggiormente le spese.

“In molti casi non si tratta solo di considerare la propria sofferenza ma soprattutto quella dei figli, spesso logorati dai litigi dei genitori e che rischiano di “abituarsi” al conflitto quotidiano quasi fosse una condizione umana e naturale dei rapporti umani. Si, i figli si ritrovano spesso ad essere spettatori della fine e dei conflitti genitoriali vissuti a volte come delle vere e proprie violenze. Figli che rischiano di perdere i loro diritti fondamentali e soprattutto il loro diritto a rimanere figli e non spettatori o addirittura “gestori” inconsapevole del conflitto. La verità è che i figli devono continuare a nutrire la speranza e la certezza dell’amore eterno di entrambi i loro genitori”.

Quanto è possibile Avvocato Cardona trovare un accordo in equilibrio e quanto invece è dominato dalla follia?

“La ricerca di un accordo equilibrato non è mai una cosa semplice. Il divorzio, come dico sempre, non sempre si sceglie. È un fatto umano che capita e che va affrontato. La verità è che non siamo preparati per “gestire” la fine di un rapporto. E’ più facile sognare l’inizio che entrare nella logica di dovere affrontare un cambiamento radicale che viene percepito come qualcosa di brutto. No, non siamo preparati. Come dico sempre, ci hanno insegnato tutto ma non siamo preparati a niente. Non siamo preparati all’amore e alla sua follia e non siamo preparati alla fine della magia. Ma la ricerca di un accordo condiviso non è mai una cosa semplice. Spesso passa dalla necessità di gestire il cambiamento e bisogna provare a farlo con impegno.

La separazione è una cosa seria. Per raggiungere un accordo equilibrato e duraturo non basta una bella firma. Occorre grande attenzione e soprattutto una grande onestà intellettuale per rispetto a quella che è stata la storia di quella famiglia, dei sacrifici dell’uno e dell’altro. La separazione dev’essere un momento di giustizia e non un momento per dare sfogo alle proprie pochezze umane. Non si tratta semplicemente di mettersi intorno a un tavolo e fare due conti come banalmente si potrebbe pensare. Questo forse è l’errore più grande. La banalizzazione della storia di quella famiglia. Divorziare significa innanzitutto fare i conti con sé stessi, con le proprie paure. Occorre onestà intellettuale e intelligenza e quando queste cose non ci sono si aprono con più facilità le porte del conflitto e della resa dei conti”.

Quali sono le cause più impattanti nell’attuale società oggi che portano alla decisione di separarsi?

“I motivi per separarsi possono essere tanti. C’è ancora qualcuno che crede che per separarsi uno dei due coniugi debba aver fatto qualcosa di estremamente grave, o come si diceva una volta, debba essere in “colpa”. No, non è più così, la ricerca della colpa o l’individuazione delle responsabilità non è un’opzione necessaria. Oggi viene da pensare che la causa più ricorrente della fine di un rapporto sia il tradimento collegato all’uso dei social. Certamente la rete ha reso più facile fare nuove conoscenze ma credo che il vero motivo per cui ci si separa debba essere collegato al processo di cambiamento che in un modo o nell’altro accompagna le vite di ciascuno. È questo cambiamento che ci induce a fare delle scelte, a compiere delle azioni che probabilmente fino a qualche tempo prima non avremmo immaginato di fare. A volte si tratta di fare i conti con quello eravamo e non siamo più. Credo che l’abitudine a lungo andare generi noia ed questa condizione che apre le porte al desiderio di cambiamento e di uscire dalla propria routine.

La verità è che spesso ci si separa perché si perde il contatto con l’altro, con la famiglia e talvolta anche con sé stessi. La fine è preceduta dalla perdita dell’amore o dall’indifferenza che aleggia nell’aria. Nessuno ha più niente da dire. Ci si perde di vista. Ma poi ci sono anche tutte quelle situazioni nelle quali l’equilibrio della coppia si è rotto per i comportamenti maltrattanti di un coniuge che si pone come un sovrano assoluto, un tiranno che non fa prigionieri, un tiranno che uccide. Il divorzio in questi casi non è solo la speranza di una libertà ritrovata ma è la vita stessa che merita di essere ancora vissuta”.   

Virginia Sanchesi

https://www.ecodisavona.it/il-punto-di-virginia-81/

Come scegliere l’avvocato divorzista

Famoso Avvocato Divorzista Torino

Il divorzio non sempre si sceglie. Al di la dei torti o delle ragioni il divorzio è un fatto umano che come tutti i fatti umani capitano e devono essere affrontati. Ci sono vicende più semplici e altre più complesse ma quando si tratta di tutelare i nostri diritti o quelli dei nostri figli la prima regola è quella di non sottovalutare la situazione che si sta vivendo e i diritti che sono in gioco. Se non si hanno delle competenze specifiche nel settore il rischio di semplificare e di commettere degli errori è dietro l’angolo.

Se scegliere un bravo avvocato divorzista può essere una cosa certamente non facile, trovarne uno che possa essere la persona giusta per il proprio caso può essere ancora più difficile.

Quello che segue è il tentativo di individuare le caratteristiche che deve avere un bravo avvocato matrimonialista per affrontare al meglio una separazione, un divorzio o la fine di una convivenza. E’ meglio scegliere un avvocato matrimonialista famoso? Esistono dei criteri che possono guidarci nella scelta di un bravo avvocato divorzista o matrimonialista?

La verità è che la separazione o il divorzio non sono questioni o vicende giuridiche come tante altre. Ogni giorno sentiamo una storia di una separazione o di un divorzio, quello di un amico o di un personaggio importante. Leggiamo così tanto di politici famosi, di attori o di cantanti che hanno divorziato, che la parola divorzio ci appare familiare al punto che a volte ci sembra quasi di conoscere i risvolti più reconditi e intricati della materia. Ma la realtà come al solito è un pò più complicata e quando tocca a noi, quando riguarda la nostra separazione ci si rende conto di entrare in un mondo che non conosciamo bene, con mille sfaccettature e forse anche contraddizioni. La verità è che non si divorzia tutti i giorni.

Divorziare per qualcuno significa fare i conti con sé stessi, affrontare le proprie paure. Non si tratta semplicemente di mettere un punto ed andare a capo ma significa prepararsi ad un cambiamento che in molte circostanze appare necessario”.

Ci sono momenti della vita in cui l’idea di continuare a vivere con qualcuno senza sentirsi capiti, con la consapevolezza di non poter affermare la propria identità, sapendo di navigare a vista senza più un progetto comune o la condivisione di responsabilità appare non più tollerabile. Quando poi ci sono dei figli spesso si rimane sopraffatti da mille paure. Come si fa a separarsi quando c’è un bambino piccolo? Come separarsi quando ci sono dei figli minori? La paura che con la separazione si possa distruggere veramente tutto spesso ci sovrasta. Che fine farà mio figlio? Dove andremo a vivere? A chi spetta la casa coniugale che abbiamo costruito con tanto amore? Come è possibile divorziare e immaginarsi di separarsi realmente dopo tanti anni di matrimonio? Le domande sono tante. Ognuno ha le sue. Ogni donna, ogni madre ha le sue. Che fine faranno i miei figli? Con chi staranno? Si può essere ancora genitori presenti e collaborativi dopo una separazione? Ma anche i padri hanno paura. Come posso separarmi realmente lasciando i miei figli? Quando li vedrò? E dove andrò a stare? Devo realmente lasciare la casa coniugale e continuare a pagare il mutuo? Di fronte a tutto questo molte persone decidono di soprassedere e di rinunciare a separarsi. Non ce la possono fare ad affrontare tutto questo. E non è solo e soltanto una questione di soldi come spesso si sente dire. Certo con i soldi che scarseggiano l’idea di procedere con una separazione sembra ancora più difficile. Ma come abbiamo visto le paure sono tante e psicologicamente immaginare di poterlo fare realmente sembra un’impresa troppo pesante da portare avanti. E così sono tante le persone che rinunciano a separarsi e che non riescono ad affrontare tutto questo, rinunciano ai propri diritti, a quelli dei propri figli e rinunciano di fatto ai propri sogni.

Ma spesso questa rinuncia non paga e non risolve nulla.

“Per tanti il divorzio è la speranza di una vita nuova” ed è per questo che decidono di affrontarla al meglio.

Quando si affronta una separazione o un divorzio non bisogna mai improvvisare. Ci sono in gioco vite, legami, figli, soldi, spesso la propria stessa sopravvivenza. Ci sono in ballo tante cose e le emozioni qualche volta rischiano di giocare brutti scherzi. È un saliscendi di stati d’animo diversi, di rabbia, di sconforto, di paura, di arroganza e perfino di volontà di vendetta. In certi contesti si rischia di tirare fuori il meglio ma anche il peggio di ciò che siamo. Il momento della separazione è il momento spesso della resa dei conti, è il momento per fargliela pagare. Ma a quale prezzo? Ecco il prezzo della resa dei conti spesso è un prezzo che si fa fatica a quantificare e a tenere insieme e il più delle volte non viene considerato. Nel momento del divorzio ci scopriamo nei modi più strani spesso incapaci di fare analisi lucide su quello che è stato e su quello che potrà essere, sui torti e sulle ragioni. Certo qualche volta si ha anche il coraggio di perdonare e di perdonarsi e questo tempo diventa il tempo di una storia nuova, il tempo del presente, il tempo del proprio riscatto. Un’occasione per uscirne a testa alta. Ma questo avviene molto più raramente. E di fronte a questi sbalzi umorali prendere decisioni importanti è sempre sbagliato. Occorre calma, tempo, un pò di sangue freddo. Non bisogna avere paura di farsi aiutare. Bisogna sapere dove si vuole arrivare, dove si può arrivare. Anche una separazione consensuale dovrà essere seguita e affrontata con cura e attenzione, ragionata nella costante ricerca di accordi condivisi e sostenibili. A prima vista potrebbe sembrare facile ma una separazione consensuale che sappia aprire ad una fase nuova della vita, che eviti nuove e continue discussioni non è una procedura da sottovalutare o banalizzare.

“La separazione non è una firma in un pezzo di carta ma è la speranza di un cambiamento atteso”

Una soluzione frettolosa e non sufficientemente pensata può aprire nuovi momenti di conflitto e una nuova lite giudiziaria. Questo accade di frequente, più di quanto non si immagini. Le occasioni per litigare sono tantissime, per il mantenimento, per le spese straordinarie, per la gestione degli incontri con i figli. Le strade sono tante ma quella volta alla ricerca di un accordo è certamente la prima che dev’essere esplorata e anche se negoziare può essere faticoso e snervante, non bisogna perdersi d’animo.

Ma qui entra in scena l’avvocato divorzista. Bisogna fare attenzione a non immaginare l’avvocato divorzista come un personaggio salvifico che può tutto e risolve tutto. La verità è che quando si affrontano separazioni o divorzi complessi bisogna mettersi in gioco in prima persona e con l’aiuto di bravo avvocato, guardare in faccia la realtà e cercare di individuare il percorso più giusto da percorrere. Ma come scegliere il migliore avvocato divorzista? Chi è il migliore avvocato divorzista? Esiste davvero? No, non serve il miglior avvocato divorzista ma serve sicuramente un professionista competente e preparato che sappia interagire al meglio con il proprio assistito, un avvocato che abbia ben chiari gli interessi in gioco. E quando ci sono figli è tutto ancora più difficile.

Quando si affronta una separazione tendiamo a proseguire le medesime dinamiche genitoriali senza tener conto dei cambiamenti in corso. Il più delle volte non si analizza nulla e si tende a improvvisare tutto. Chi si è sempre occupato di tutto tenderà naturalmente a continuare con tale modalità comportamentale e chi, invece, non si è mai occupato di nulla o solo di alcuni aspetti dei compiti genitoriali, rimane quasi sempre spaesato e marginalizzato (o rimane più o meno volutamente inserito nella sua “confort zone” della marginalizzazione educativa) per buona pace della bigenitorialità, spesso considerato incapace e valutato per ciò che è stato e non per quello che potrà fare. Per questo motivo in caso di separazione occorre ridefinire i comportamenti genitoriali, riapprendere i diritti e i doveri genitoriali (a volte non pienamente conosciuti) e rimodellarli alla fase nuova della vita e verso un modello di affidamento che sappia esprime un rinnovato spirito di responsabilità genitoriale. Un bravo avvocato sa capire tutto questo e sa portare nella direzione giusta. Spesso la paura induce a desistere a far valere determinati diritti. “La separazione dovrebbe essere un momento di civiltà giuridica e sociale e non un momento per farla franca”. Ma se tutti agissero per far valere i propri diritti, coloro che con disinvoltura li violano, ci penserebbero due volte prima di farlo. I diritti più sono fragili più vanno protetti senza paura di farli valere. Occorre dunque individuare l’avvocato giusto – certamente preparato ed esperto nella materia – con il quale stabilire un buon rapporto fiduciario e umano, che sappia essere quello più adatto per quella specifica vicenda. Un bravo avvocato divorzista che ha una storia e che non racconta storie.

Ma dopo le riflessioni sopra dette proviamo a elencare alcune caratteristiche che ci possono guidare e farci capire come scegliere l’avvocato divorzista che possa essere il più adatto alle nostre esigenze.

Multidisciplinarietà

Lo abbiamo già detto, la separazione consensuale o giudiziale che sia, può essere un momento di grande stress, uno stress che se non è gestito in modo adeguato rischia di cronicizzarsi, di condizionare il procedimento e a volte di durare per molto tempo condizionando la vita delle persone e dei figli. Per questo motivo quando si sceglie un avvocato matrimonialista per la separazione occorre in primis rivolgersi ad uno studio legale multidisciplinare che possa gestire al meglio i momenti di grande emotività e governare le inevitabili tensioni del momento. Occorre dunque una struttura di professionisti, non solo di avvocati esperti di diritto di famiglia e di diritto matrimoniale, ma anche di spicologi, psicoterapueti che sappiano supportare tali criticità e assistere al meglio i propri assistiti. E ovviamente non potrà mancare l’assistenza di un bravo commercialista che possa accertare le problematiche finanziare della vicenda e individuare gli assets patrimoniali e reddituali e proporre le migliori strategie possibili. Ma non potrà mancare, inoltre, la collaborazione con investigatori privati, consulenti del lavoro e notai. Occorre dunque avvalersi di uno studio legale che sappia offrire servizi consulenziali che sappiamo garantire un’assistenza a 360 gradi. Basti pensare al problema della casa e ai possibili trasferimenti immobiliari che durante la separazione possono essere fatti anche per beneficiare dei benefici fiscali che la legge ha previsto in questi casi se tali pattuizioni sono inserite negli accordi di separazione. In questi casi la collaborazione con un notaio potrà essere molto utile anche nella redazione dell’atto di separazione.

Quando si divorzia ci vuole un pensiero, una strategia che guidi verso un obiettivo. Nessuno spazio per l’improvvisazione. La scelta di un avvocato divorzista capace di tenere insieme tutto questo non è mai facile ma è una scelta che bisogna fare. Ma ecco il punto. Quali caratteristiche deve avere un bravo avvocato matrimonialista che sappia accompagnarci e guidarci in questo cammino tortuoso e difficile della separazione?

Abbiamo detto in primis uno studio legale multidisciplinare ma anche che sia formato e strutturato da avvocati matrimonialisti che abbiano una storia alle spalle.

Esperienza

Le dinamiche familiari sono un mondo variegato e complesso e avere l’aiuto di avvocati matrimonialisti che abbiano tanti anni di esperienza nella tutela dei diritti delle relazioni familiari è sicuramente una prima maggiore garanzia. Affidarsi ad avvocati che abbiano molti anni di esperienza e una storia professionale alle spalle aiuta sicuramente a sentirsi maggiormente tutelati. Avvocati che possano operare in tutta Italia, da Torino a Milano, da Firenze a Roma a Venezia, avvocati divorzisti che possano patrocinare nelle Giurisdizioni Superiori, come in Corte di Cassazione, che sappiano anche suggerire le soluzioni procedurali meno invasive e più semplici. Oggi, ad esempio, dopo la pandemia molti tribunali hanno semplificato i meccanismi di formalizzazione della separazione consensuale con procedure che consentono di evitare la presenza delle parti davanti al giudice. In questi casi sarà sufficiente la firma nello studio dell’avvocato e in tempi brevi, anche in poche settimane, si può definire la procedura legale. L’esperienza è qualcosa che non si improvvisa e non si compra. O la si ha o non la si ha. È il risultato di anni di difesa di figli, di madri, di padri che non si rassegnano ad una giustizia che spesso fa fatica a garantire i diritti e gli interessi maggiormente meritevoli di tutela.

Accoglienza

Fatta questa prima scelta legata all’esperienza mi sento di dire che tra le caratteristiche che deve avere un bravo avvocato matrimonialista ci sia l’accoglienza. E non mi riferisco al fatto che dev’essere un professionista gentile e garbato o che sappia solo mettere a proprio agio il proprio assistito. Un bravo avvocato familiarista dev’essere accogliente, un avvocato che non guardi ogni cinque minuti l’orologio e che non stia col cellulare in mano per tutto il tempo, che sappia dedicare il tempo necessario per ascoltare una storia umana con tutta l’attenzione che merita.

Disponibilità

L’avvocato divorzista dev’essere una persona disponibile, un avvocato presente che risponda al telefono, un avvocato presente al momento del bisogno, che non abbia paura di mostrarsi umano, che sia sensibile, empatico, che sappia prima comprendere i tormenti di una persona.

“Quando si riceve un cliente si riceve prima una persona, con le sue sue emozioni e la sua storia. Prima di una causa o di un caso giudiziario c’è una storia che dev’essere ascoltata”.

Questo tempo non è il momento della consulenza ma è ancora il momento della conoscenza in cui anche l’avvocato non deve mostrarsi freddo e distaccato, ma dev’essere evidentemente empatico, capace di comprendere e non giudicare. Non si va dall’avvocato divorzista per essere bacchettato o giudicato ma per essere aiutato ad affrontare al meglio una vicenda umana complessa. Non è il tempo dei giudizi morali e di facili moralismi. È il tempo dell’ascolto, dell’accoglienza e dell’empatia.

A volte, soprattutto all’inizio, è il tempo dei silenzi e del pianto. Ricordare e raccontare la propria vita spesso suscita emozioni che non possiamo controllare e il pianto libera i nostri vissuti più profondi che affiorano dalla memoria più antica, quella che ricorda tutto, la memoria che azzera il tempo e lo spazio facendo riaffiorare momenti che pensavamo non esistessero più. È la memoria che non dimentica anche quando vorremmo dimenticasse tutto.

Strategia

Non sempre le persone che hanno bisogno di aiuto e che giungono innanzi ad un legale sono pronte e sanno bene cosa vogliono. Spesso si va da un avvocato divorzista quando la propria vita è andata in pezzi e senza che vi sia stato un precedente sostegno psicologico che possa aiutare la persona almeno nei primi momenti più traumatici.

Ognuno ha la sua storia e il suo tempo. Non esiste un tempo giusto per rendersi conto che si deve andare dall’avvocato. Ognuno ha il suo. Qualche volta si aspetta tutta una vita e non si ha la forza per affrontare un cambiamento che appare troppo grande anche solo da immaginare e si aspetta che si sia l’altro a fare il primo passo. Qualche altra volta ci si rivolge all’avvocato in concomitanza di qualche evento traumatico o quando l’ennesima lite rischia di tradursi in una tragedia. La verità è che spesso non si è pronti ad affrontare una separazione con tutto quello che comporta. Il carico emotivo in certi casi è troppo grande e se la richiesta di assistenza legale non è preceduta da un valido aiuto psicologico, prima di affrontare ogni tipo di valutazione giuridica ed economica, si dovrà tenere nel debito conto anche dell’aspetto emotivo della vicenda.

L’avvocato divorzista dovrà dunque in alcuni casi saper attendere, evitando di suggerire decisioni che probabilmente di lì a poco sarebbero disattese. C’è anche chi la separazione non la vorrebbe e non riesce neanche a immaginare di affrontarla.

L’avvocato divorzista deve saper capire tutto questo, deve avere la sensibilità adeguata e individuare il timing più giusto per affrontare le delicate fasi di una separazione. Senza questo non ci potrà essere il miglior supporto legale e quello più adeguato alla situazione specifica.

L’avvocato matrimonialista dopo aver fatto un’analisi accurata della vicenda, deve, insieme al proprio assistito, individuare gli obiettivi e delineare la sua strategia di azione. Non si deve improvvisare e nulla dev’essere lasciato al caso. Ogni passaggio è e può risultare delicato e difficile, soprattutto all’inizio, quando i contorni della vicenda sono ancora molto sfumati e non si riescono a mettere insieme ancora tutti i pezzi. Di solito non basta mai un solo incontro ma dovranno esserci più momenti nei quali si potrà mettere a punto una strategia di azione e darsi una tempistica per realizzarla.

Illusione di Giustizia

L’avvocato divorzista non è uno psicologo né uno psicoterapeuta ma, come abbiamo visto, è uno professionista che non può prescindere da capacità di ascolto e accoglienza e deve certamente capire quali sono le specifiche esigenze del cliente e sostenere il proprio assistito in un’analisi costi benefici che risponda realmente ai suoi bisogni senza dar spazio a iniziative che – se in un primo momento e per certi fini potrebbero sembrare vincenti o comunque positive – poi se analizzate da altre angolazioni – potrebbero avere ripercussioni negative e portare a risultati che non si traducono in termini di maggior benessere. Questa analisi è il vero cuore di un’assistenza legale ponderata ed efficace che si traduce in un vero aiuto per la persona.

L’avvocato divorzista non deve dunque trasmettere un’ “illusione di giustizia”.

Certamente bisogna credere nella Giustizia ma un bravo avvocato divorzista non deve promettere risultati che appaiono verosimilmente non raggiungibili o magari inutili. Il processo matrimoniale può e deve aiutare a perseguire l’attuazione di alcuni diritti – come il diritto al mantenimento quando non si hanno mezzi adeguati per vivere dignitosamente, i diritti dei dei figli, il diritto alla bigenitorialità, il diritto all’ assegnazione della casa coniugale qualora ci fossero i presupposti – ma non può risolvere tutti i tormenti dell’anima e riportarci indietro nel tempo.

Anche la richiesta di addebito della separazione dev’essere valutata con estrema attenzione poiché al di là delle aspettative delle persone, il processo matrimoniale è pur sempre un procedimento legale che si realizza attraverso l’accertamento in giudizio di alcuni fatti con testimonianze e con prove documentali. Non si può dare l’idea che ci sa un giudice onnipotente che vede tutto e saprà individuare i torti e le ragioni di una intera vita a dispetto delle prove processuali. L’avvocato divorzista è un avvocato che non illude e che racconta le cose come stanno. Non propone facili ipotesi risarcitorie o di addebito della separazione, ma sa essere trasparente negli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Ci vuole prudenza, cautela e senso della realtà. Il rischio di ricercare e perseguire un obiettivo non realistico si paga a caro prezzo e non solo in termini economici.

Rapporto fiduciario

Nella scelta dell’avvocato giusto e più adatto alle proprie esigenze gioca un ruolo molto importante anche la fiducia che deve connotare il rapporto tra il professionista e il cliente. Il rapporto fiduciario è alla base di qualunque richiesta di una prestazione professionale. All’inizio il cliente dovrà affidarsi al professionista che sente più vicino alle proprie corde, che sente più empatico e dunque che ispira più fiducia. Raccontare i propri fatti personali non è mai una cosa da nulla.

Senza la fiducia nel professionista non si va da nessuna parte. Fiducia che dev’essere sempre presente durante tutto il rapporto e anche quando si vivono dei momenti di difficoltà, questa non deve mai mancare. Altrimenti è meglio cambiare avvocato.

La trasparenza dei costi

La trasparenza è una qualità importante dell’avvocato divorzista anche per la valutazione dei costi di una procedura legale.

Come abbiamo detto prima, ogni vicenda è diversa da un’altra, può essere più o meno complessa e pertanto potrà avere un costo diverso a seconda del grado di tale complessità e della durata della procedura. In ogni caso è compito dell’avvocato fornire al cliente un preventivo scritto che possa descrivere i costi delle diverse fasi processuali e consentire di prendere decisioni consapevoli.

La chiarezza e la semplicità del linguaggio

Lo sappiamo bene, la figura dell’avvocato spesso viene collegata a quella di un bravo sofista che disserta su qualunque cosa pur di convincere il proprio interlocutore della bontà delle proprie ragioni. Ma un bravo avvocato divorzista non è un affabulatore, uno che racconta storie per portare acqua al proprio mulino, ma è, e dev’essere, soprattutto, una persona chiara in quello che dice. La chiarezza e la semplicità del linguaggio è fondamentale per far capire problematiche che sicuramente non sono facili. Spiegare, ad esempio, se sussistono i presupposti per l’assegno divorzile non è cosa facile considerando i cambi e l’evoluzione della giurisprudenza negli ultimi anni. Il diritto è intriso di tecnicismi e si ha bisogno di un avvocato che aiuti a capire e semplificare quello che appare un mondo estremamente complesso. Nulla dev’essere scontato cominciando proprio a distinguere sulla differenza tra separazione e divorzio.

La competenza

Un altro requisito fondamentale dell’avvocato divorzista è indubbiamente la sua competenza professionale nell’ambito specifico in cui opera. Come abbiamo già visto la separazione e il divorzio sono ambiti in cui non ci si può improvvisare e dove l’esperienza e una comprovata preparazione multidisciplinare è essenziale per comprendere vicende umane complesse e per fare la differenza in un giudizio di separazione o divorzio o che riguarda il diritto di famiglia. Sono ambiti nei quali è anche preferibile verificare se il professionista ha competenze nel diritto penale della famiglia. I casi di violenza domestica sono tanti e i conflitti che si sviluppano da una separazione sono purtroppo molto frequenti. La nuova legge denominata “Codice Rosso” del 19 luglio 2019, n. 69 nasce proprio dalla necessità tutelare le donne e i soggetti deboli che subiscono violenze e maltrattamenti nei contesti familiari. La capacità di gestire anche questi fenomeni è molto importante.

Un avvocato competente è anche e soprattutto un avvocato in formazione continua, un professionista che segue l’evoluzione del diritto, le riforme giudiziarie in corso, le prassi giurisprudenziali nazionali e quelle specifiche dei tribunali locali, ed è in continuo aggiornamento professionale.

La competenza è frutto di una storia professionale che racconta chi sei e cosa hai fatto.

Un avvocato matrimonialista – prima di essere un professionista – è una persona, con una storia personale e professionale. È questa storia, se è credibile ed autentica, che fa la differenza.

“Un bravo avvocato divorzista ha una storia e non racconta storie”.