In principio era il padre, amorevole, forte, misericordioso, coraggioso. O forse così lo abbiamo immaginato.
Un padre che strada facendo nella storia si è trasformato in un padrone autoritario. Colui che lavorava, guadagnava, comandava, sottometteva.
Ma ora cosa resta del padre? Di quel padre e uomo che decideva se tu dovevi lavorare o stare a casa a badare alla famiglia. Di quel padre che se “sbagliavi” a parlare non ci pensava due volte a picchiare con forza. Di quel padre che non avevi mai visto piangere e che sembrava potesse commuoversi solo di fronte a un piatto di pastasciutta.
Lavora? Si, lavora ancora, con difficoltà, come tutti, ma ora non è più il solo. Con quel padre spesso c’è una madre che lavora anche se in tanti casi deve dividersi tra casa e famiglia più del padre. 
Comanda? Si comanda ancora spesso nelle posizioni lavorative apicali. 
E a casa? A casa non ha più il potere assoluto e tante volte sente il vento del cambiamento e fatica a gestirlo. Certo ci sono ancora molti reduci che non si sono rassegnati ai cambiamenti della storia e continuano a mettere in atto condotte primitive e autoritarie e ancora violente. Ma è durante le separazioni e divorzi che assistiamo alle più grandi turbolenze e contraddizioni del nostro tempo. 
Le istanze verso la parità e l’uguaglianza esistono dalla notte dei tempi e non abbiamo bisogno di tornare alla presa della Bastiglia per comprendere come gli ideali dell’uguaglianza e della fraternità siano valori che da cui non può prescindere il genere umano, se abbiamo ancora il coraggio di definirlo umano. 
Ma la verità è che è ancora lontano il tempo dell’uguaglianza. Abbiamo leggi che proclamano l’uguaglianza ma che nei fatti viene piegata a sostegno di ideologie che dovremmo avere il coraggio di superare. Le separazioni sono intrise di ingiustizie in nome e per conto di un tempo finito, che solo i più irriducibili non capiscono o fanno finta di non capire. Dobbiamo avere fiducia nella giurisprudenza? Nel diritto vivente che piano piano si accorgerà delle stesse storture che ha contribuito a sviluppare e che negli anni si sono stratificate? Si dobbiamo. Ma nel frattempo io vedo ancora madri spezzate, piegate, non comprese per tutto quello che hanno fatto e che ancora fanno. Ma vedo anche padri discriminati prima ancora di aver messo piede in un’aula di tribunale, perdenti per il sol fatto di essere padri. Viviamo in un mondo assurdo, dove anche essere madri o essere padri viene vissuto e percepito con un piglio da tifoserie estremiste e fuori di testa. Ma che mondo è questo? 
Non scopriamo certo l’acqua calda se diciamo che i diritti una moltitudine di esseri umani sono stati perseguitati, umiliati per motivi di razza, sesso, condizioni personali e sociali e che le donne e tante madri sono state trattate che come serve prive di diritti. Ma questo mondo tra una follia e l’altra ha dimostrato che le nostre società devono progredire e non rimanere ferme. Le Costituzioni moderne sono belle e chiare nei principi e nei valori su cui si strutturano le società moderne. Torniamo ai papà e alle mamme.
Bigenitorialità, affidamento condiviso. Quante belle parole che tuttavia non riescono a respirare realmente una reale condivisione delle responsabilità anche nelle aule di giustizia. 
Vorrei una giustizia autentica che non discrimini nessuno, per genere, per censo e per nessun altro motivo. Una giustizia che guardi in faccia la realtà di quella specifica storia e faccia vivere i figli senza che possano pensare che uno dei due conti più dell’altro.
Come faremo a insegnare ai nostri figli l’uguaglianza se a conti fatti sono proprio loro stessi a respirare l’odore della differenza?
Abbiamo davanti momenti difficili e un futuro incerto. I nostri figli sono già stati messi a dura prova da anni governati dalla paura, dalle contraddizioni di società che tirano a campare e che hanno dimostrato di non essere in grado di intercettare i reali bisogni di un mondo che non ha più tempo. Figli che sono provati anche a causa delle fragilità di coloro che invece dovrebbero sostenerli e dargli il diritto di sognare una possibilità. Solo un rinnovato patto solidale tra madri e padri di responsabilità genitoriale potrà dare ai figli e alle nuove generazioni prospettive valoriali, il coraggio e la forza del cambiamento atteso. Nuovi orizzonti di cambiamenti coraggiosi dipendono anche da noi.
Avv. Maurizio Cardona